venerdì 19 giugno 2009

STORIE DI UN BACCO MINORE



Da pochi giorni è in libreria OH COM'E' BELLA L'UVA FOGARINA - Storie di un Bacco Minore, pubblicato da Slow Food Editore. Si tratta di un volume che raccoglie 24 racconti dedicati a vitigni italiani (più uno rumeno) che spaziano da toni ironici e comici a sfumature drammatiche e tragiche. Il legame tra i vari stili è garantito dalla presenza in tutti i racconti di un vitigno che viene raccontato o utilizzato come sfondo per le diverse storie. Dunque, il grande patrimonio di biodiversità rappresentato dai vitigni autoctoni italiani trova un corrispettivo nella grande diversità di vedute e nel differente modo di vivere il rapporto coi vitigni e più ancora col vino descritto attraverso i vari racconti.
Tra i 24 testi, 2 sono dedicati a vitigni piacentini: l'ortrugo (nel racconto di Marco Bosonetto L'UVA ALTRUI) e la malvasia aromatica di Candia in ACHILLE, scritto da me medesimo. Il volume è stato presentato a Bagnacavallo (Ra) durante Figli di un Bacco Minore lo scorso 14 giugno ed al Circolo ARCI La Torre di Campremoldo Sotto (Pc) ieri sera. Prossima presentazione prevista, nell'ambito di Cheese, a Bra (Cn), nella seconda metà di settembre. Buona lettura!


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mercoledì 17 giugno 2009

LA PERSONALITA' DELLA MALVASIA



L'eco di Nobili Aromi si riverbera, pubblico un'interessantissima riflessione - molto "viva" e sentita - di Stefano Pizzamiglio sulla malvasia e altre questioni. Buona lettura

Grazie Vittorio per le tue parole su Nobili Aromi. Noi ce l'abbiamo messa tutta per organizzarlo e ora stiamo già pensando a cosa cambiare e migliorare per la prossima edizione.
Riguardo alla Malvasia di Candia Aromatica, a parte la mia opinione personale che (teoricamente) potrebbe essere interessata, è vero, è stata percezione comune che in generale i vini a base di Malvasia non sfigurassero di fronte a tutti gli altri vini aromatici, anzi... E' anche vero che molte delle Malvasie degustate avessero una correttezza di sviluppo enologico di fondo e facessero trasparire una buona base viticola. Ed è infine vero che nel momento di confronto più particolare tra quelli che ci sono stati, cioè la degustazione dei vini aromatici evoluti, che mi spiace tu non abbia descritto, uno dei vini che in assoluto sono piaciuti di più alla maggior parte dei partecipanti, tra Traminer, Sauvignon, Kerner, Muller- Thurgau, Moscato Rosa e Malvasia di Candia Aromatica, è stata proprio un'annata di quest'ultima. Qui mi scuso dell'autocitazione, essendo io di questo vino la levatrice, ma credo che anche un'altro produttore avrebbe avuto un risultato simile (forse anche meglio) potendo portare in degustazione delle Malvasie vecchie: è questa uva che è formidabile.


Tutto vero, anche quello che dicevi tu riguardo al passo da fare in più ora riguardo alla Malvasia. Io starei attento però a sottolineare che questo passo dovrebbe essere nella direzione della personalità del vino. Mi spiego meglio: sono d'accordo con te, ma credo che una parte della personalità di questo vino-territorio sia già stata raggiunta (cosa rappresentano, se non una vera e naturale, finalmente pura e semplice, espressione del territorio, quei tersi aromi di agrumi, lavanda, menta, frutti tropicali, pesca, rosa, acacia, eccetera, percepibili in almeno nove delle Malvasie degustate?), e che ciò che vada migliorato spesso è il volume delle sensazioni (Malvasie magari un po' più piene, a volte un filino più mature)e la loro complessità. Quest'ultima è sì una chiave di volta della personalità, ma porre l'accento sulla personalità quasi sminuendo l'enorme portato della correttezza enologica (prima vera porta per l'espressione del territorio) non vorrei che, in buonissima fede naturalmente, desse la stura per credo ormai inutili sperimentalismi e tentativi di originalità nei confronti della Malvasia. Io credo che gli aromi che ho citato prima, se affiancati appena un po' a un ulteriore spettro aromatico appena più irto e puntuto e se poi accompagnati in bocca a un gusto ampio, polifonico e polisensoriale, rappresentino già il ritratto di un vino ricco di personalità. La personalità di un vino secondo me è il ritratto della natura che lo genera e lo pervade, è complessa ma non complicata: non occorre spremere enormemente le meningi per raggiungerla in un vino: specie con un'uva come la Malvasia, basta fotografare nel modo più nitido possibile la natura.
Sicuramente non è quello che intendevi, Vittorio, ma per me che in 19 anni sulla Malvasia, tranne la macerazione prolungata sulle bucce e la macerazione carbonica, ho provato di tutto (dalla criomacerazione all'uso del legno, dalla riduzione spinta alla vinificazione leggermente ossidativa, dalla sosta del vino sulle fecce di fermentazione per tanti mesi al rapido illimpidimento del vino, dal residuo zuccherino al vino completamente secco, dalla vendemmia tardiva con la botrytis al taglio del vino con una quota passita, eccetera), la mia paura attuale è veder disperdersi tante energie nella ricerca di soluzioni che io per primo, provandole, ho trovato astruse per questo vitigno. Io sicuramente conto poco, mi permetto solo di far notare che quasi nessuna delle tecniche sopra citate la uso più, e che la vinificazione del Sorriso di Cielo oggi è molto semplice e lineare.
La Malvasia, la si interpreti come vuole, è un vitigno solare, gioioso, non fatto per intellettualismi e arzigogolature che alla fine appartengono solo nei casi peggiori al nostro ego e nei casi migliori alla nostra infinità curiosità, ma comunque mai all'essenza della natura, la natura della Malvasia di Candia Aromatica, perlomeno.
Teniamoci strette le nostre Malvasie corrette e su queste lavoriamo, con calma e serietà, per migliorarle sempre di più, in vigneto e in cantina, ma senza tentare troppe capriole o vinificazioni 'multimediali'. La personalià è già lì, non ni recessi della nostra mente, ma nell'uva: sta solo a noi ascoltarla e svolgerne il racconto, dall'acino alla bottiglia.

P.S. Per chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo a Nobili Aromi o altrove, o di assaggiare uno dei suoi vini, secondo me un esempio da seguire è Gianfranco Gallo di Vie di Romans. I suoi Sauvignon hanno dentro di sè molto di complesso ma niente di complicato, rappresentano come uno specchio gli umori di quest'uva ma non dimenticano mai di essere fini ed eleganti: come diceva Gualtiero Marchesi al convegno di Nobili Aromi, la qualità risiede principalmente nella finezza, non nella rustica potenza. E la ricerca di Gianfranco sul Sauvignon si è sempre svolta lungo una direttrice seria e attenta: leggere per credere gli approfondimenti sul sito di Vie di Romans.
La stessa via, pur magari vivace e inquieta ma sempre specchio immacolato dell'anima dell'uva, che auspico per il nostro tesoro giallo, la Malvasia di Candia Aromatica.

Stefano Pizzamiglio

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giovedì 11 giugno 2009

LES ITALIENNES MONTENT A PARIS


...avrei voluta averla io l'idea di una locandina così!


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mercoledì 10 giugno 2009

DOPO NOBILI AROMI



Alcuni momenti flash e riflessioni generali su Nobili Aromi.
La manifestazione è centrata, la prima edizione è stata un buon inizio per le successive, anche per limare le piccole pecche, ovvio, ma la strada è quella giusta. Il nocciolo della questione (valorizzare la nostra Malvasia nel confronto con gli altri vini aromatici, consapevoli del valore e delle potenzialità delle nostre Malvasia) direi che si è rivelato azzeccato e credibile. E non è poco. Aldilà del vento che sabato ha complicato le cose, nella giornata di domenica si è vista la manifestazione nella sua essenza. Afflusso di gente continuo e costante senza ressa, quindi banchi d’assaggio raramente presi d’assalto, ottima situazione per degustare con calma. Spazio a disposizione e “vie di fuga” (il prato, il cortiletto, il giardino) confortevoli che hanno reso il tutto più piacevole.
La Malvasia piacentina ha dimostrato di poter competere con gli altri vini aromatici, ora però (raggiunta la correttezza enologica) è il momento di fare l’ultimo sforzo, il più difficile, quello cioè di incamminarsi sulla strada dell’identità, della riconoscibilità del prodotto, dell’espressione dei caratteri territoriali.


Un flash su uno dei momenti significativi dei due giorni (e mezzo) di Nobili Aromi. La bellissima cena alla Palta di venerdì, incentrata sull’abbinamento con cinque Malvasia piacentine. Azzeccati i piatti e gli abbinamenti, in particolare la “Coppa cotta piano piano in crosta affumicata al rosmarino su insalata di patate”, buonissima, grande materia prima e grande resa nel piatto, abbinata con la Bianca Regina 05 di Lusenti, vino come sempre rude e di gran carattere. E poi il sorprendente UNA 07 di Torre Fornello, non in commercio (tre barriques prodotte) disponibile soltanto presso La Palta. Una vendemmia tardiva con parte di uve botritizzate, ampio, potente, “allargato” dal residuo zuccherino, ma dinamico. Un’altra idea di Malvasia. Ecco, proprio la versatilità del vitigno è la cosa che è emersa maggiormente dalla cena-degustazione (oltre al fatto che la Palta meriterebbe la stella Michelin…), che ha visto protagonisti anche la Beatrice Quadri 08 del Poggiarello, il Sorriso di Cielo 08 della Tosa ed il Vigna del Volta 06 della Stoppa.

Il dopocena di venerdì alla Palta

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sabato 6 giugno 2009

NOBILI AROMI DAL VIVO

Mosaico piacentino e Gualtiero Marchesi

Finalmente, con la bellissima serata di venerdì 5 giugno alla Palta di Bilegno, ha preso il via la prima edizione di NOBILI AROMI, il primo evento nazionale dedicato ai vini aromatici. La manifestazione è ancora in corso fino a domani alle 21 al Castello di Corticelli di Nibbiano, ne riparleremo, per ora ecco alcune foto colte venerdì alla Palta e sabato e domenica al Castello di Corticelli.

Gualtiero Marchesi ed Elena Pantaleoni

Momenti di relax dopo cena, venerdì
Il convegno sui vini aromatici di sabato mattina
Terminato il convegno è ora di pranzo
Una nuova coppia: Lodovica Lusenti e Marco de Bartoli
Dopo pranzo, aprono i banchi d'assaggio
Mentre fuori imperversa il vento, inizia la degustazione riservata alla stampa di 6 vini proposti ciascuno in 2 diverse annate (una recente, una più datata). Qui viene versato l'alsazianeggiante Sorriso di Cielo 2000
Un sorprendente Muller Thurgau del 1981, ancora in ottima forma, prodotto da Pojer&Sandri
Il banchetto di libri allestito dalla libreria Fahrenheit 451
Ginetto

Due angoli più o meno nascosti del Castello di Corticelli
L'ingresso
Domenica pomeriggio

Bruno Donati
Enrico Sgorbati, Adua Villa, Elena Pantaleoni
Il tavolo di Porthos
I formaggi di capra dell'Azienda Agricola Il Bozzolo, di Bettola
Una delle coppe offerte dal Consorzio Salumi Piacentini

Due vedute dei banchi d'assaggio, domenica pomeriggio
Arrivederci alla prossima edizione

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