giovedì 24 giugno 2010

ultimo giorno di scuola.prima degli esami.


Con i riassaggi di alcuni Metodo Classico pavesi e dei vini di Parma, abbiamo concluso alla Palta le degustazioni. Ora è tempo di ulteriori riassaggi più o meno in solitaria, di schede da scrivere, di ultime visite in aziende e, dal 20 luglio, di degustazioni finali.
Su Parma, più che altro conferme: bella mano complessiva sui frizzanti (Lambrusco e Malvasia in primis), episodi sporadici su Malvasie ferme e Passite e su qualche rosso fermo, ma da segnalare la presenza, quest'anno, di due-tre aziende interessanti che lavorano in regime di Agricoltura Biologica, con certificazione o meno. Ah, poi, visto che c'eravamo, abbiamo assaggiato il Vin Santo di Barattieri 2000 che, se non sbaglio, è stata l'ultima annata che ha visto coprotagonista lo storico cantiniere di Barattieri, Francesco Rossi. Come? Se è buono? Che domande!

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sabato 19 giugno 2010

diario di scuola 7.


L'ultima giornata di degustazioni in Oltrepo era dedicata ai frizzanti: bianchi, rossi rosati. Prima dei riassaggi, dopo 300 vini assaggiati e visite a vigneti e cantine (che continueranno per tutto l'anno), è già tempo di riflessioni. Sul tema della giornata, parlerei solo di Bonarda vivace/frizzante. Buono il livello medio, del resto è una tipologia dove gli oltrepadani, se vogliono, viaggiano sicuri da tempo, si sa, nessuna sorpresa. Più in generale, prima di tornarci con un approfondimento vero e proprio, saltando quasi a piè pari i bianchi fermi o frizzanti (i Riesling fermi interessanti non mancano, ma sono pochi), vale veramente la pena soffermarsi sui metodo Classico, sia sui consolidati Pinot Nero in bianco, sia sugli ambiziosi, ma ancora comprensibilmente in cerca di identità precisa, Cruasè. Rossi fermi interessanti, quelli a base barbera e croatina in particolare (in purezza, o assemblati nel Buttafuoco). Passiti pochi e niente di che.
Vedremo ora coi riassaggi, ma nella confusione che una zona dalle mille e più tipologie vive quotidianamente, brilla qualche gioiello solista e soprattutto s'intravede qualche spunto collettivo.

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giovedì 17 giugno 2010

diario di scuola 6.


Oggi, subito dopo l'ultima degustazione dei vini piacentini è venuta una grandinata della madonna. Ma una roba apocalittica, eh. C'era la strada che sembrava ricoperta di neve, i fossi riversati in strada, le macchine ammassate sotto gli alberi, ferme ai lati della strada. Un bel clima, non c'è che dire. Ho fatto finta di non pensare ai possibili danni ai vigneti, visto che, tra l'altro, giusto ieri, in un'azienda di Rovescala, si diceva: han previsto grandine, speriamo tenga il tempo.
I vini di oggi. Misti, nuovi assaggi e qualche riassaggio. Qualche bella conferma su bianchi fermi da malvasia, Gutturnio frizzanti (e Barbera frizzanti e Bonarda frizzanti) interessanti, anche rifermentati in bottiglia (c'era di mezzo un outsider pavese degno di nota). Nel complesso mi piace sottolineare alcune belle novità. Non sono d'accordo con chi dice che è sempre peggio. Io quest'anno, a parte due-tre aziende meno convincenti del solito (ma son convinto che, per queste aziende, sia stata un'annata interlocutoria che ci può stare), ho notato alcune realtà in crescita ed altre che non conoscevo che han fatto decisamente bella figura.
Sulle tipologie, come previsto, bei bianchi fermi da malvasia, un buon livello sui Gutturnio frizzanti, i soliti eccellenti vini dolci. Poi, qua e là, qualche rosso fermo (da barbera/croatina, ma non solo) degno di nota o molto buono. Ci torneremo per un ragionamento complessivo più articolato.

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sabato 12 giugno 2010

diario di scuola 5.


Ieri alla Palta seconda giornata di assaggi piacentini (più qualche parmense). Riflessioni veloci e sparse.
Altre Malvasie ferme, altri bei vini, altra conferma sulle potenzialità (già ben espresse, peraltro) di questo vitigno declinato in versione secca non frizzante (con o senza macerazione). Anche a Parma c'è chi ci crede molto, e a ragione. Qualche Gutturnio frizzante molto buono, tre-quattro almeno, la solita fatica sui rossi fermi ambiziosi, poi si torna a salire di tono coi vini passiti. Vigoleno a parte, tutte Malvasia. Belle. Buone. Brave. Non è una novità, qui si va sul sicuro.

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venerdì 11 giugno 2010

un altro diario di scuola.


Ieri a Broni la penultima giornata di degustazione dei vini oltrepadani. Per l'occasione, oltre a me, Andrea e Massimo, era presente anche Alberto. E' stata la giornata dei Pinot Nero...fermi vinificati in rosso. La specifica è necessaria visto che:
1.la prossima volta assaggeremo, tra le varie cose, i Pinot Nero frizzanti vinificati in bianco
e che
2.durante la prima giornata ci siamo dedicati ai Pinot Nero Metodo Classico vinificati in bianco e ai Cruasè (che son sempre a base pinot nero)
e che, così arriviamo a oggi,
3.ci sono pure capitati i Pinot Nero fermi vinificati in bianco.
Ecco, questi ultimi, insieme ai Pinot Grigio, sono passati senza scossoni.
Bene, poi i Pinot Nero...rossi. Una quarantina, prevalentemente 2009, 2008 e 2007. Due-tre 2009 molto piacevoli, alcuni 2007 veramente buoni e un paio di bei 2006. Le interpretazioni qui tendono più facilmente alla potenza e alla maturità, ma nei migliori casi questi elementi si integrano al meglio e dicono “Pinot Nero” senza indugi. A conti fatti, conferme, più che sorprese, e va bene così.
Poi Oltrepo Rosso Riserva e Buttafuoco, e soprattutto in quest'ultima categoria un paio di cose interessanti. L'idea che i vini a base croatina (e uva rara e ughetta) riescano più naturalmente buoni (scusate l'espressione...) quando si presentano senza troppe menate, più semplici e lineari, è forte...poi però c'è sempre qualcuno che spariglia le carte.
A presto

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giovedì 3 giugno 2010

diario di scuola 3.


Oggi primo giorno di degustazioni dei vini piacentini. Io, Massimo e Matteo siamo ospiti della Palta di Isa Mazzocchi e Roberto Gazzola (che assaggia con noi) che ci sopportano e ci assecondano. Grazie mille!
Quest'anno c'è qualche azienda “nuova” (virgolette dovute al fatto che si tratta di aziende che assaggiamo per la prima volta, ma che esistono da alcuni anni) e in questa prima giornata degustiamo tipologie miste: Metodo Classico (in mezzo c'è pure qualche – eccellente - residuo pavese), bianchi fermi principalmente da malvasia, Gutturnio fermi o simili, tagli bordolesi o simili. Insomma, non ci facciamo mancare niente. Tranne i frizzanti e i passiti, che inizieremo ad assaggiare la settimana prossima. E' presto per trarre conclusioni, ma anche no. A parte la conferma della qualità assoluta dei migliori blanc de noirs oltrepadani, un paio di Metodo Classico interessanti dalle nostre colline (per ora basti questo, ma ci torneremo), una breve riflessione sui bianchi fermi da malvasia. Ancora dobbiamo assaggiarne, però è forte l'impressione che proprio qui stia uno dei punti con i maggiori margini di crescita per i Colli Piacentini, con le potenzialità già ben visibili in diversi vini, sia che si seguano le strade della macerazione (più o meno lunga, più o meno estrema), sia che si cerchino profili più delicati.
I soliti tentennamenti sui rossi da barbera e croatina, ma con alcune belle conferme anche relativamente ad aziende in crescita. E interessanti tagli bordolesi. Basta. Però sulle Malvasia ferme, anche assemblate con altri vitigni, aggiungo che è stato un piacere assaggiarle nelle diverse declinazioni (a volte agli antipodi) e se non è un fatto inedito, poco ci manca.

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