mercoledì 26 gennaio 2011

nuovo.


I contorni dei limiti tra l'arte contemporanea e altre discipline non sono sempre netti, a volte diventa difficile tracciare una linea che operi una separazione precisa.
L'estetica del mangiare di cuochi come Bottura e Adrià, per dire, s'incrocia con l'estetica relazionale di cui parla Nicolas Bourriaud a proposito di arte contemporanea (vedi il lavoro di Rirkrit Tiravanjia, solito cucinare nelle gallerie d'arte offrendo poi il cibo ai partecipanti).
Sentire Bottura che parla di relazioni tra spazio, tempo e movimento a proposito di Lucio Fontana e della propria idea di cucina, sentirlo citare Joseph Beuys, vederlo all'opera e fruire dei suoi piatti (opere?) fa balzare all'occhio come il suo processo creativo, il suo linguaggio, siano molto simili a quelli dell'arte contemporanea.
Vedere Bottura che cucina Tutte le Lingue del Mondo, piatto a base di lingua di vitello, è assistere a un processo creativo che ricorda quelli di alcuni scultori contemporanei che usano la materia con grande consapevolezza concettuale e manuale.
La cucina creativa è sempre più spinta in avanti. Anzi, ciò che un tempo (anni 60-70) è stata l'arte contemporanea, e in seguito (anni '90), la moda e per certi aspetti la finanza, cioè gli ambiti più "avanti" a livello di creatività, è oggi rappresentato dalla cucina creativa, che incarna lo zeitgeist odierno.
Ferran Adrià nel 2007 è stato invitato a Documenta (12esima edizione), una delle più importanti rassegne periodiche mondiali dell'arte contemporanea, che si tiene ogni 5 anni a Kassel, in Germania. Non è solo un cuoco, la sua è una pratica artistica, hanno detto i curatori.
Adrià, intervistato da Flash Art, dice: devo partire dalla constatazione che la cucina d’avanguardia ha origine dal bisogno di nutrirsi. Questa è la grossa differenza rispetto alle altre pratiche artistiche. Sarebbe meraviglioso vivere su un pianeta dove mangiare fosse solo un fatto puramente emozionale.
Forse il cibo visto in prospettiva artistica incute timore reverenziale, lontananza e astrazione, forse si tratta di fughe in avanti troppo autoreferenziali. Forse. Credo invece che ci si trovi davanti semplicemente a un nuovo scenario, a nuove possibilità, a un nuovo affascinante punto di vista per interpretare l'esistente.

Nessun commento: