giovedì 3 giugno 2010

diario di scuola 3.


Oggi primo giorno di degustazioni dei vini piacentini. Io, Massimo e Matteo siamo ospiti della Palta di Isa Mazzocchi e Roberto Gazzola (che assaggia con noi) che ci sopportano e ci assecondano. Grazie mille!
Quest'anno c'è qualche azienda “nuova” (virgolette dovute al fatto che si tratta di aziende che assaggiamo per la prima volta, ma che esistono da alcuni anni) e in questa prima giornata degustiamo tipologie miste: Metodo Classico (in mezzo c'è pure qualche – eccellente - residuo pavese), bianchi fermi principalmente da malvasia, Gutturnio fermi o simili, tagli bordolesi o simili. Insomma, non ci facciamo mancare niente. Tranne i frizzanti e i passiti, che inizieremo ad assaggiare la settimana prossima. E' presto per trarre conclusioni, ma anche no. A parte la conferma della qualità assoluta dei migliori blanc de noirs oltrepadani, un paio di Metodo Classico interessanti dalle nostre colline (per ora basti questo, ma ci torneremo), una breve riflessione sui bianchi fermi da malvasia. Ancora dobbiamo assaggiarne, però è forte l'impressione che proprio qui stia uno dei punti con i maggiori margini di crescita per i Colli Piacentini, con le potenzialità già ben visibili in diversi vini, sia che si seguano le strade della macerazione (più o meno lunga, più o meno estrema), sia che si cerchino profili più delicati.
I soliti tentennamenti sui rossi da barbera e croatina, ma con alcune belle conferme anche relativamente ad aziende in crescita. E interessanti tagli bordolesi. Basta. Però sulle Malvasia ferme, anche assemblate con altri vitigni, aggiungo che è stato un piacere assaggiarle nelle diverse declinazioni (a volte agli antipodi) e se non è un fatto inedito, poco ci manca.

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